TIMELESS - 03. CROOKERS
AH, MILANO
Ah, Milano… La città che, in un modo o nell’altro, è nei crocevia dell’immaginario da tanto, tanto tempo (e forse ora più che mai). La moda, l’economia, la finanza; l’etica del non stare mai “coi man in man” (tanto per citare la canzone-simbolo della città, “O mia bela Madunina”), dell’eterno movimento, delle trasformazioni. Una città piena di vitalità, ma anche di contraddizioni. Una città che ogni tanto esagera, ogni tanto si dimentica di rallentare, ma che è anche capace di essere profondamente solidale – paradossalmente quest’ultima cosa spesso non ama dirla e raccontarla ma la pratica, eccome se la pratica. Una città dove arte, cultura, innovazione e spirito d’impresa si incrociano e si nutrono a vicenda, disegnando così di continuo nuovi scenari (…e, nei momenti migliori, realizzando sogni, traguardi e colpi di scena).
Non potevamo non fare quindi delle scelte forti, a Milano, delle scelte d’impatto. Non potevamo non chiedere al simbolo cittadino, il Duomo, di fare da corona al nostro dj set: creando una “quinta” scenografica semplicemente incredibile – le immagini parlano da sole. E non potevamo nemmeno sbagliare artista, a cui affidare il viaggio sonoro di questo terzo episodio di “Timeless”. Ma cosa vuoi sbagliare con Phra, ovvero il titolare della sigla Crookers?
Cosa vuoi sbagliare con un artista che dalla provincia lombarda semisperduta e da piccoli circuiti hip hop underground ha avuto il coraggio di andare contro i luoghi comuni, di generare scintille che nessuno avrebbe immaginato prima, di arrivare in questo modo al successo mondiale prima e meglio di altri e di farlo per strade completamente atipiche? Ma anche: cosa vuoi sbagliare con un artista che è sempre fuggito dalla routine nel momento in cui si sentiva ingabbiato, ha rifiuto occasioni apparentemente imperdibili pur di restare se stesso, è sempre andato per la sua strada?
Il risultato è che oggi lo studio di Phra nella parte sud di Milano, suo quartier generale operativo, è un continuo crocevia delle meglio intelligenze e dei più scintillanti talenti emergenti della scena hip hop ma anche del pop italiano più “alto” ed irregolare. È il posto dove si creano accostamenti mai visti, dove si raggiungono intensità abrasive al calor bianco, dove le scelte di mixaggio possono essere all’improvviso folli e geniali. Tutto questo con zero snobismo, zero voglia di rinchiudersi nella “comodità” dell’esser nicchia, dell’esser cerchia ristretta ed esclusiva: Phra, come la Milano migliore, è inclusivo. Abbraccia. Chiama alla sfida.
Lo si capisce anche dai suoi dj set. Che sono sempre un’avventura: un saliscendi tra vecchio e nuovo, tra cassa in quattro e storture inaspettate, tra suoni cattivi da metropoli distopica e sensualità da clubbing senza vergogna. Tutto insieme. Tutto filtrato da una sensibilità artistica unica, personalissima, e da un perfetto senso delle proporzioni. Anche se gioca su scacchiere e stilemi mondiali, in questo è perfettamente italiano: si sa abbandonare al gusto della creazione, ma lo fa con grande lucidità estetica. Senza porsi problemi di rispettare regole già scritte.
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